Questi cieli neri
arrivano d’estate e
si dissolvono nel nulla
dopo avere pianto.
Fanno spazio ad un azzurro
che sa di nuovo
ed infinito.
Le gocce sono ormai rimaste a terra.
Piccoli specchi dove ti puoi tuffare dentro.
Quando ero bambina aspettavo il temporale seduta sopra le gambe del nonno Aldo .
Uomo emiliano di vecchie generazioni conosceva bene l’odore dell’aria che cominciava a prendere nuove forme .
Lo aspettavo trepidante piena di paura e di eccitazione.
I campi infiniti di grano appena mietuto , le mucche che iniziavano ad entrare nella stalla.
Mio nonno mi è rimasto addosso insieme a quei campi e quel cielo che cambiava repentinamente colore per poi ritornare in un blu intenso che sembrava non ci fosse mai stato prima .
Rimanevano le pozzanghere intrise di terra dove poterci mettere i piedi scalzi e ridere giocosamente .
Nonno , uomo saggio che sapeva cos’era la vita e rimaneva nella terra guardando il cielo.